La ricetta non è complicata: prendi due motori elettrici da 82 e 95 hp, gli abbini un endotermico 2.4 litri da 135, che fai viaggiare a ciclo Atkinson per ottimizzarne i consumi. Poi inserisci il top della trazione integrale 4x4 S-Awc . Condisci il tutto con un blocco batterie flat sotto il pianale, in modo da tenere basso il baricentro, gli metti una presa sulla fiancata per renderlo ricaricabile “Plug-in”, et voilà che il Mitsubishi Outlander phev è servito! Sarà poi così difficile? Si, il mix perfetto è davvero difficile da ottenere ma, a quanto pare non impossibile. Ecco come questa potrebbe essere in sintesi la carta d’identità del Suv visto da Mitsubishi. E invece no, c’è molto altro. Ad esempio che è stato progettato e pensato nel lontano 2012 proprio per essere un veicolo elettrico, quindi non è un semplice hybrid ma un “hybrid Plug-In”, cioè un veicolo dotato di presa di ricarica che permette di viaggiare per 45 km in modalità esclusivamente elettrica ad emissioni e consumi pari a zero. Che ha una stabilità incredibile, dovuta al posizionamento estremamente bilanciato dei pesi. Che è confortevole e silenzioso. Insomma che è un veicolo ideato con estrema cura e lungimiranza. Mica è un caso se è diventato il veicolo Plug-in più venduto in Europa. Ma andiamo con ordine:  Milano, ore 09.00. Un gruppo di giornalisti infreddoliti si aggira nella sede di Mitsubishi Italia. Tutti osservano la versione rinnovata della Outlander Phev 2019. Che differenze cela rispetto alla precedente? Beh, il design, se si esclude lo spoiler al posteriore e alcuni aggiornamenti al frontale, cambia di poco, ma è sotto pelle che vi sono le differenze più marcate.
I motori ad esempio, che diventano più potenti: il benzina passa da 122 a 135 hp. Lo stesso fa l’elettrico posteriore che guadagna 13 cavalli e arriva a 95. Il tutto per offrire maggiore spunto e vivacità. Il totale della potenza passa quindi a 224 cavalli con una coppia paragonabile a quella di un 3 litri ma con consumi ed emissioni ridotte. Ma è giunto il momento di partire. Equipaggio d’eccezione e via verso la meta e che meta,  le famosissime cantine “Cà del Bosco” in Franciacorta!
L’uscita dalla city è avvolta da un silenzio impressionante. I motori elettrici spingono la vettura con estrema veemenza ma senza emettere alcun rumore se non un lieve sibilo. Per noi abituati ai motori endotermici è una piacevole sorpresa. V8 a parte, il sound emesso non è quasi mai così piacevole da udire. Ma torniamo a bomba. Entriamo in autostrada e nella corsia d’ingresso, mettiamo giù il piedone con forza. Subito la vettura risponde con prontezza ma ahimè, col solito rumore da frizione che slitta, tipico dei cambi CVT. Il motore sale di giri e rumoreggia nell’abitacolo. Ovvio che questo accade solo quando si schiaccia al max sul pedale, negli altri casi riesce a essere contenuto, ma comunque non è il massimo. Bisogna comunque dire che il fenomeno è consueto anche su molte ibride della concorrenza. Noi non lo amiamo troppo, ma rimane il sistema più efficiente sotto il profilo dei consumi e per l’abbinamento delle due tipologie di motori.
Stabilizzata la velocità torna il silenzio e la vettura procede in autostrada a velocità codice con un confort eccellente. Prestissimo avremo modo di testare in modo approfondito la nuova creatura di Mitsubishi che ci verrà affidata e potremmo quindi svelarvi tutti i dettagli e le sensazioni di guida.
Tralasciamo l’arrivo e l’ospitalità ricevuta nella Tenuta Cà del Bosco per pudore…  vi rimandiamo alle immagini che penso bastino a rendere giustizia all’incantevole luogo. Per vivere le sensazioni date dal prodotto delle magiche cantine, vi consiglio una visitina alla vostra enoteca di fiducia.
Ora scappiamo, parte la visita alle cantine…  non possiamo mica perdercela. Giuro che dopo non guidiamo. Vi aspettiamo per il test drive completo.

Roberto Rob Magliano