È vero, ci sentiamo un po’ in colpa, come i coccodrilli, dopo aver sparso per il globo tonnellate di Co2 gironzolando con vetture esagerate, dotate di motori  V8 dalle potenze stratosferiche, ci pentiamo. Eccoci allora qui a tentar di compensare. L’auto elettrica per la città è ormai perfetta? Si! Possiamo tranquillamente affermarlo senza paura di essere smentiti. Da domani potrebbero sparire i motori termici e non vi sarebbero rimpianti. Le prestazioni in accelerazione sono eccellenti, molto superiori alla stragrande maggioranza delle “termiche” in circolazione. La silenziosità è eccellente e le emissioni fanno dormire sereni anche gli iscritti a “Green Peace”.
Le autonomie poi  -di tutti i modelli city car sul mercato - sono rassicuranti anche per chi, in ambito urbano, usi l’auto assiduamente. Si va dai 120 a 270 chilometri. Più che sufficienti per girare in città, tornare a casa e mettere l’auto in ricarica senza problemi o patemi.
La musica cambia e la situazione diventa meno rosea per chi l’auto elettrica la vuole usare in ambito extraurbano o peggio ancora autostradale. Lì le autonomie crollano vertiginosamente. I tanto decantati , e reali, 500 chilometri di autonomia delle blasonate “americane a pile”,usate a 90 Km/h sulle loro highways,  crollano a malapena 150/180 chilometri al massimo, e mica volando ai 300 orari! Solo alla velocità codice europea di 130 km/h. Ovvio che in tali situazioni non si possa viaggiare serenamente, e vista l’attuale scarsa capillarità - anche se in rapidissimo aumento - di colonnine del nostro paese, è un attimo essere colti da ansia da rifornimento.
Ed ecco che allora arriva la Mini a salvare capra e cavoli. Auto elettrica in the city e baby motore termico a basso consumo per i viaggi. Perfetta. La panacea di tutti i problemi.
Noi in redazione ce la rubiamo in continuazione. È adorata da tutti. Sino alla scorsa settimana non avevamo neppure udito il suono del tre cilindri ne consumato un litro di benzina. Usandola in città, siamo “andati” solo ed esclusivamente in elettrico e con scatti ai semafori da pole position. Le “ragazzine trendy“ poi, impazziscono per il suo look chic-snob. Io non faccio testo, amo da sempre le baby British e questa ha tutte le carte in regola per farsi adorare. Linea da Mini “cicciottella” come tutta la family Countryman. Spazio interno e bagagliaio esuberanti per una Mini e in questo caso anche confort acustico ai massimi livelli. Come vi dicevo, usando solo gli 88 hp del motore elettrico montato al posteriore, la piccola riesce a coprire 30 o anche 35 chilometri in città, in modo brillante e dico brillante… cioè senza scoperchiare i tombini in accelerazione ma pur sempre scattando molto rapidamente.
In questo mood si rivela silenziosissima ed è un piacere circolare senza il minimo strappo.
Nel caso poi che le si chiedano prestazioni superiori, ecco che entra in gioco il tre cilindri 1.500 da 136 hp che la fa scattare con la veemenza che solo 224 cavalli e 4 ruote motrici sanno dare.  Pensate che sullo 0/100 km/h, riesce persino a far meglio di un paio di decimi della sorella Cooper S col due litri a benzina. Inutile tessere lodi sull’handling, da sempre cavallo di battaglia di famiglia. L’assetto è piatto e sicuro e lo sterzo da kart, come sempre.  
Ultima nota ma non la meno interessante, in 4 ore la potete ricaricare alla presa di casa. Non male direi.
Insomma, direi proprio quattro metri  trenta di intelligent car questa “Country a pile”.
Unico “difettino”, la riduzione di una cinquantina di litri dal bagagliaio per fare spazio alle batterie.

E possiamo anche dire che sono riusciti a sfornare un prodotto ad alta tecnologia, divertente da guidare, ottime prerogative d’uso il tutto ad un prezzo interessantissimo rispetto alle concorrenti. Si parte da 39.300 euro e da oggi, si possono sfruttare anche 2.500 euro di eco incentivi, anche senza rottamazione. Siete già sulle scale di casa…?

Roberto Rob Magliano