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Volvo XC40 T5 Plug in e XC40 Recharge full electric

I miei primi “40”… anche di più Kilowatt

05 giugno 2021

Erano state presentate nel marzo 2020… poi il mondo si è fermato, siamo scesi tutti a terra e abbiamo atteso che il pianeta riprendesse a girare. Ora che siamo ripartiti, daje che finalmente possiamo provarle le nuove “piccole” crossover elettriche ed elettrificate di Volvo.
Lanciata nel 2019, la XC40, versione small dei, diciamo Suv di casa Volvo, è stata subito accolta con un gran successo. Ovvio, la sicurezza e la qualità sono quelle da sempre ricercate dalla casa svedese e quindi comprarla rende certi i clienti di acquistare un prodotto eccellente anche in versione “dimensionalmente” ridotto.

Partiamo con la “P8 Recharge”, il primo modello elettrico di Volvo.  Già dai primi metri, rimaniamo subito colpiti dal totale silenzio che regna a bordo. In seconda battuta a “stecchire” sono la prestazioni:
“Fo-to-ni-che”! I 204 + 204 cavalli di cui sono dotati i due motori piazzati sui due assi, che la rendono di fatto una 4x4, le imprimono delle accelerazioni da supercar di un certo spessore. I 4.7 secondi sullo 0/100 non sono affatto male per una baby crossover.
La scelta di collocare la batteria nel pavimento dell’auto ha il duplice vantaggio di abbassare il baricentro di quest’ultima, riducendone anche la tendenza al ribaltamento, cosa che la rende una delle automobili più sicure in circolazione e le regala un handling impressionante.

 L’avanzata delle auto elettriche rappresenta il cambiamento più radicale nella storia dell’automobile. Per la prima volta nel corso di oltre un secolo, le auto si muovono senza che vi sia un’unità diesel o benzina nel vano motore e hanno una batteria sotto il pavimento, il che va a modificare profondamente le vetture stesse. Per proteggere i passeggeri e mantenere intatta la batteria in caso incidente, Volvo Cars ha messo a punto una nuova ed esclusiva ‘gabbia’ di sicurezza sia per i passeggeri sia per la batteria sulla XC40. La batteria è protetta da una scocca di sicurezza costituita da un telaio di alluminio estruso e inserita al centro della struttura della carrozzeria della vettura, così da creare una zona deformabile incorporata intorno alla batteria. Tutta questo concentrato di tecnologia permette di percorrere intorno ai 450 km, ovviamente se l’auto viene utilizzata con quello che si può definire “garbo”… altrimenti i chilometri utili calano velocemente, per assestarsi, in uso autostradale, intorno ai 300.

Ovviamente chi acquista un auto elettrica, ha ben in mente tutti i vantaggi e l’unica limitazione che ad oggi questo sistema propulsivo offre ed è ben informato sulle postazioni di ricarica disponibili sul nostro territorio. Postazioni che anche Volvo implementa, con l’inserimento di nuove colonnine di ricarica. L’ultima, nei pressi del Volvo Studio a Milano.

Panico da batterie? E che problema c’è? Passiamo alla versione T5 Plug-in hybrid et voilà che “Lei” ha tutte le caratteristiche per offrire il duplice vantaggio di poter utilizzare un veicolo senza patemi d’animo da autonomia, tipico appunto delle full electric. La vettura è infatti dotata di due motorizzazioni: Una elettrica  da 82 cavalli, con l’aggiunta, sempre sull’asse anteriore, di un secondo motore endotermico 1.5 litri tre cilindri a benzina ad 180 hp. Il primo, ricaricabile in poche ore con la normale presa di casa (o col motore a benzina), permette di gironzolare, per la città con parecchio brio, ad emissioni Zero per circa 45 chilometri.
Il secondo,ovviamente, si può utilizzare in qualsiasi occasione senza ansie da rifornimento, se non quelle offerte dalle normali aree di servizio, fruibili ovunque sul pianeta.
Insomma, un bel potenziale da 262 cavalli che imprimono forti accelerazioni, 0-100km/h nell’ordine dei 7 secondi e consumi ridotti, al pari, se non inferiori a quelli di un Diesel.

Personalmente lo ritengo un sistema di compromesso eccellente, in attesa che le batterie e i sistemi di gestione estendano le proprie capacità a livelli ottimali, cosa che credo accadrà in tempi rapidissimi così come è stato per i nostri smartphone. Vi ricordate i modelli storici che pochi anni or sono pesavano come ferri  da stiro e duravano si e no mezz’oretta in conversazione? Ecco, ora sono dei computer in stile Nasa e durano un’eternità…  Apple esclusi naturalmente  ;-). Lo stesso accadrà alle nostre automobili.
Per ora divertiamoci a “sgasare” con le elettriche e a percorrere chilometri in abbondanza con le Hybrid.

Roberto Rob Magliano

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